Acquelibere

settembre 27, 2004

Fischia il vento

Fischia il vento, urla la bufera,
scarpe rotte, eppur bisogna andar
a conquistare la rossa primavera,
dove sorge il sol dell'avvenir.

Ogni contrada è patria del ribelle
ogni donna a lui darà un sospir:
nella notte ci guidano le stelle,
forte il cuore e il braccio nel colpir,

Ma sei coglie la crudele morte
dura vendetta verrà dal partigian,
già è segnata ormai la dura sorte
di quei vili che ognor cerchiam

Fischia il vento, urla la bufera:
torna a casa il fiero partigian
sventolando la rossa sua bandiera.
Vittoriosi, alfin liberi siam!

I ribelli della Montagna

Dalle belle città date al nemico
fuggimmo un dì sull'aride montagne
cercando libertà fra rupe e rupe
contro la schiavitù del suol tradito.
Lasciammo case, scuole ed officine
mutammo in caserme le vecchie cascine
armammo le mani di bombe e mitraglia
temprammo i muscoli e i cuori in battaglia.

Siamo i ribelli della montagna
viviam di stenti e di patimenti
ma quella fede che ci accompagna
sarà la legge dell'avvenir.

Di giustizia è la nostra disciplina
libertà è l'idea che ci avvicina
rosso sangue, il color della bandiera
siam d'Italia l'armata forte e fiera.
Sulle strade dal nemico assediate
lasciammo talvolta le carni straziate
provammo l'ardor per la grande riscossa
sentimmo l'amor per la patria nostra.

Siamo i ribelli della montagna...

settembre 18, 2004

Giovanni Raboni

Il poeta giovanni Raboni è scomparso pochi giorni fa, trovo sul web una sua poesia che mi colpisce particolamente e subito la pubblico.
Sabba


Come cieco, con ansia...

Come cieco, con ansia, contro
il temporale e la grandine, una
dopo l'altra chiudevo
sette finestre.
Importava che non sapessi quali.
Solo all'alba, tremando,
con l'orrenda minuzia di chi si sveglia o muore,
capisco che ho strisciato
dentro il solito buio,
via san Gregorio primo piano.
Al di qua dei miei figli,
di poter dare o prendere parola.

Da: Cadenze d’inganno